Intervista a Cosimo Sarli

Cosimo Sarli non è un personaggio qualsiasi, nel mondo del calcio: più di 200 gol da professionista, basta questo dato per capire di chi stiamo parlando. Un innamorato del calcio, che a 38 anni ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino; un uomo esperto, che è andato via di casa a 13 anni e ha giocato in tre campionati esteri; un bomber vero, di quelli che vivono per il gol.
“Sono di Corigliano, lo stesso paese di Gattuso, ormai si dice così no?” scherza Cosimo Sarli, che è diventato giocatore dall’altra parte dello Stivale, con la maglia granata del Torino. “Avevo 13 anni quando mi ha preso il Torino, ho fatto lì tutta la trafila delle giovanili. Non è stato facile, devi crescere in fretta. Purtroppo non mi hanno dato la possibilità di esordire in serie A, allora non era facile per i giovani. In attacco c’eravamo io, Pellissier e Tiribocchi, in tanti mi consideravano il più forte, ma loro hanno avuto più fortuna di me…”
Da lì Cosimo Sarli inizia a girare, prima per l’Europa – in Inghilterra con il Southampton, ma solo nella squadra riserve, poi in Belgio con l’Eendracht Aalst, 8 gol in 14 presenze in serie A, e in Francia con il Nizza – poi per l’Italia. Ecco l’elenco delle sue maglie: Crotone, Aglianese, Montichiari, Legnano, Pro Sesto, Cosenza, Scafatese, Catanzaro, Aversa Normanna, Siracusa, Messina, Casertana, Ischia Isolaverde, Taranto, Palazzolo, Rossanese, Comprensorio Montalto, Corigliano Schiavonea. “Tornato in Italia – continua Sarli – sono andato a Crotone, in serie B, per due anni, ma volevo più spazio e ho iniziato a girare tra la Lega Pro e la serie D”.
Una signora carriera, con più di 200 gol da professionista: “Ma potevo fare qualcosa di più nei professionisti. La differenza rispetto a Pellissier e Tiribocchi? Avere i consigli e gli appoggi giusti, vivere fuori casa da 13 anni non è facile, con la famiglia rimasta in Calabria, anche se ho potuto appoggiarmi su una persona straordinaria come Franco Melotti. E un po’ di fortuna, trovarsi al posto giusto nel momento giusto fa la differenza. Mi sono divertito nella mia carriera, non posso negarlo, ma potevo fare di più nei professionisti e mi dispiace non aver toccato la serie A, visti tutti i sacrifici che ho fatto”.
Ma la passione per il calcio non muore mai. “Gioco ancora, a 37 anni sono tornato nel mio paese e abbiamo vinto il campionato di Promozione. E io ho vinto la Scarpa d’oro regionale, fino alla serie D, con i miei 28 gol. Non ho perso il vizio…” Il futuro sarà ancora sui campi da calcio: “Qualche anno lo gioco ancora, ma sto pensando anche a cosa farò dopo: questa estate proverò a prendere il tesserino Uefa B a Coverciano, perché voglio fare l’allenatore”. Sui maestri della panchina, Cosimo Sarli ha le idee chiare: “Max Allegri è stato prima mio compagno di squadra, poi l’anno dopo mi ha allenato, eravamo all’Aglianese: lui ha fatto davvero grandi cose, ma il mio allenatore preferito è Gaetano Auteri, insieme abbiamo vinto a Siracusa, lui ha riportato il Benevento in serie B, una grande impresa”.
Nel futuro di Sarli c’è anche la collaborazione con la Talent Academy: “Franco Melotti per me è come un secondo padre… Mi ha chiesto di collaborare e lo faccio volentieri, perché in Calabria c’è tanto talento, bisogna solo scoprirlo. Purtroppo non ci sono le strutture, per emergere nel calcio devi andare fuori e fare tantissimi sacrifici, come ho fatto io fin dai 13 anni. Da solo, il talento non basta: bisogna allenarsi tutti i giorni, prepararsi con i migliori professionisti, come fanno i ragazzi che hanno la fortuna di crescere nella Talent Academy: lì ci sono anche i miei due figli…”
In pratica, la prima fase della collaborazione si concentrerà nel trovare talenti e portarli ai raduni di selezione e, in prospettiva, alla Talent Academy di None, in provincia di Torino: “Spero di portare lì qualche ragazzo per dargli l’opportunità di diventare qualcuno”.